Dal mondo Mauri

nuove generazioni e industria manufatturiera

La sfida delle nuove generazioni

La sfida delle nuove generazioni: il manifatturiero saprà accogliere i Gen Z?

Il susseguirsi delle generazioni è sempre stato una sfida per il mondo delle imprese: da che se ne ha memoria, si assiste a una più o meno intensa battaglia tra vecchie generazioni che tendono a perpetuare lo status quo – forti dell’esperienza e dei successi ottenuti – e nuove generazioni che vorrebbero portare novità e innovazioni, facendo leva sulla necessità di stare al passo con i tempi. Mai come in questi ultimi anni però tali cambiamenti sono stati tumultuosi: le differenze generazionali sono sempre più veloci e marcate, tanto che nel giro di pochi decenni ci si trova davanti a mondi per molti aspetti opposti.
 
Una riflessione certo generalistica, che andrebbe approfondita – ma non è questo il luogo – attraverso specifici studi sociologici: limitiamoci qui ad accettare il dato di fatto che per i ragazzi della Generazione Z priorità e stili di vita sono profondamente diversi non solo da quelli dei cosiddetti Baby Boomers, ma anche per molti aspetti da quelli della Generazione X, che dei Gen Z sono di norma i genitori, e per alcuni versi anche da quelli dei Millenials. E di questi cambiamenti anche il mondo del lavoro dovrà tenere conto: saranno infatti le aziende capaci di intercettare al meglio le nuove tendenze, i nuovi desideri, i nuovi stili di vita a risultare vincenti anche sul lungo periodo.
 
Come si traduce tutto ciò per un’azienda manifatturiera? Tre sono i fattori di cui tenere conto in questo senso: l’altissimo livello di digitalizzazione, l’iper-specializzazione e l’attenzione al work-life balance. 
Il primo aspetto è dunque quello relativo alle nuove tecnologie: se i Millenials hanno visto nascere internet in giovane età, imparando ad usare gli strumenti della rete ed essendo parte integrante della rivoluzione informatica, i ragazzi della Generazione Z sono i primi veri nativi digitali, tanto che si usa dire che “sono nati con lo smartphone in mano”. È pertanto evidente come il loro modo di rapportarsi con quanto li circonda sarà radicalmente differente rispetto in particolare ai Baby Boomers e anche alla Generazione X. 
Secondo, la specializzazione sempre più verticale: è probabile ad esempio che ci si troverà di fronte a clienti che avranno delle conoscenze sempre più approfondite e di alto livello nel proprio specifico campo, ma che d’altra parte mancheranno di quelle conoscenze più ad ampio raggio che oggi sono patrimonio culturale diffuso all’interno di un settore, date dai lunghi anni di quella che viene comunemente chiamata “gavetta”.
Terzo, la ricerca di un migliore equilibrio tra vita e lavoro: fino a non molti anni fa, il paradigma era quello di prepararsi– il che poteva significare terminare gli studi con la scuola dell’obbligo o proseguire fino alle superiori o all’università -, trovare un buon lavoro e una buona azienda, far carriera all’interno di questa e spesso anche dedicare la gran parte del proprio tempo e delle proprie energie per il lavoro, timbrando il cartellino all’entrata e all’uscita. Oggi si tende ad un approccio al lavoro radicalmente diverso: orari non predeterminati, possibilità di lavorare ovunque, obiettivi prima della presenza. Il che inevitabilmente favorisce quei settori in cui è possibile prevedere un lavoro da remoto, flessibile e senza gli inevitabili vincoli di processo.
 
È evidente come tutto ciò, per un’azienda manifatturiera, sia una sfida nello stesso tempo complessa – d’altra parte, sarebbe una sfida altrimenti? – ed entusiasmante. Non vi è una ricetta valida per tutti per vincerla, ma una cosa è certa: immergersi nell’energia positiva sprigionata da questi ragazzi e ragazze che sono sì inesperti, ma hanno nello stesso tempo una cassetta degli attrezzi incredibilmente ricca, può essere la strada per creare dei team vincenti, unendo il loro entusiasmo e la loro visione alternativa sul mondo all’esperienza di chi li ha preceduti. Un fuoco da alimentare e sì, forse anche in alcuni casi da regimentare, ma da non spegnere per nessuna ragione.